Eric Clapton. Quando la ricerca dell'amore arriva da molto lontano.

18.02.2023

Con queste righe un mio amorevole tributo alla biografia di un artista grandioso.

Eric Clapton è un bambino timido e solitario, già molto deciso nell'apprendimento musicale, che vive con i suoi genitori nella contea inglese del Surrey. Ha una sorella maggiore che improvvisamente si allontana dalla famiglia e si trasferisce in America, quando lui non ha ancora iniziato le scuole elementari. E' amato dai suoi genitori ma nonostante questo sente un'inquietudine risuonare in lui, apparentemente senza motivo, non silenziabile. A 9 anni sua mamma gli dice: "La tua vera madre è quella che credi essere tua sorella, io sono tua nonna" e scopre che sua mamma l'aveva partorito a 16 anni e che suo padre era un soldato canadese tornato in patria, del quale aveva semplicemente saputo fosse un appassionato di musica, probabilmente suonatore di qualche strumento.

Eric cresce. Diventa uno dei musicisti migliori di tutti i tempi, riconosciuto tale anche dai sovrani del Blues con i quali condivide i palchi onorando la musica dal sangue nero, nata nei campi di cotone e cantata dagli schiavi, dagli ultimi. E inizia ad avere problemi di dipendenza da droghe e alcol.

La Sistemica Famigliare è la disciplina che rende visibile la stretta correlazione tra le esperienze con la nostra famiglia d'origine e le nostre successive relazioni. Ci permette di comprendere come i vissuti primigeni creano in noi dei copioni che replichiamo e che possiamo trasformare, pacificando il dolore che contengono e che li genera, affinché smettano di condizionare le nostre scelte esistenziali. E la Sistemica ci indica che una dipendenza da una sostanza rappresenta la voce del bambino interiore che chiede, urla: "Dove sei papà?"

Si innamora di Pattie Boyd, all'epoca moglie del suo amico, il Beatles George Harrison. Con questa donna ha una storia tormentata, lei frequenta Clapton rimanendo nel matrimonio con Harrison, poi lascia il marito per sposarsi con Clapton, ma poi divorziano. Ed Eric si ritrova davanti ad un dolore antico, un vuoto profondo che lo inghiotte: lo strazio dell'abbandono da parte di un femminile amato che se ne va altrove. Uno strappo ancestrale e lacerante che fin da bambino lo ha lasciato vagare alla vana ricerca di una donna che potesse curare quella ferita: "Mamma dove sei?"

E in quel tentativo disperato e impossibile, perché nessuno potrà mai sostituire dentro di noi i genitori della nostra infanzia se non noi stessi imparando ad amarci, scrive la canzone "Layla". Credendo di parlare alla donna e non sapendo di rivolgersi, in realtà, alla madre. Dal testo tradotto di "Layla":

"...Stai scappando e ti stai nascondendo da troppo. Mi hai messo in ginocchio, sto supplicando cara, per favore. Tesoro, non darai pace alla mia mente preoccupata?..."

Quando cerchiamo nel partner un antidoto al vuoto, un rimedio a ciò che più profondamente è la mancanza di qualcun altro, ovvero qualcuno che è assente dentro di noi da molto tempo prima: replichiamo l'esperienza dell'abbandono. Continuiamo a scegliere partners che ci fanno sentire soli e continuiamo a sentirci soli anche se il partner è presente, perché in quella ricerca illusoria quel vuoto originario non può che rimanere insoluto.

Eric Clapton è sopravvissuto a tutto questo e a molto altro: ad un figlio precipitato da un grattacielo, al senso di colpa per il collega musicista Stevie Ray Vaughan morto su di un elicottero sfracellatosi al suolo sul quale avrebbe dovuto invece esserci lui, se non gli avesse gentilmente ceduto il volo alla fine di un concerto. Sopravvive e dà alla luce un nuovo se stesso, oggi padre astemio di una numerosa famiglia. Io credo che Eric Clapton sia rimasto nella vita grazie alla creazione musicale, non intesa come talento che garantisce riconoscimento mondiale, ma come possibilità di trovare suo padre in sé grazie alla musica: filo invisibile che li connette oltre il tempo e lo spazio. Attraverso il suono dà voce alla parte di suo padre che vive in lui e dal quale ogni volta lui può rinascere.

Mamma, papà, in me vivete entrambi. Prendo da voi la vita, ogni giorno.


Dott.ssa Jessica Azzali, specialista in Facilitazione delle Relazioni intra famigliari, di coppia, Abilità parentali, Costellazioni famigliari.                                                                                            La riproduzione parziale o totale dei contenuti è consentita citando la fonte                            www.counselingrelazionale.it