La paura e l'inconsapevolezza: due forze che possono condizionare il mondo

24.02.2020

Non è quello che ci succede nella vita che ci rende tristi-spaventati o felici-tranquilli. E' il significato che attribuiamo a ciò che accade, a determinare come ci sentiamo. Di fronte ad un accadimento ci si muovono dentro delle emozioni che per noi possono risultare critiche, ma che non sono realmente collegate a ciò che è accaduto. Percepiamo il mondo esterno in base al nostro mondo interno.

Siamo educati a credere che le nostre emozioni nascano in base a ciò che avviene al di fuori di noi, giustifichiamo e collochiamo gli stati d'animo in base a fatti esterni e comportamenti altrui ma l'emozione è una reazione interna, è qualcosa collegata ad un vissuto che è già dentro di noi, che si aggancia all'esterno ma che non dipende dalla realtà esterna.

La causa di come mi sento non è l'accaduto ma: la mia mappa emotiva, i condizionamenti e le emozioni irrisolte che agiscono in me mentre credo che la qualità della mia vita dipenda da quello che mi succede. Quando ritengo che le mie convinzioni siano la realtà, il mio potere personale si può abbassare fino ad azzerarsi e diviene un meccanismo che mi abita e mi condiziona.

Se invece tutto questo lo osservo posso iniziare a liberarmi: osservo che come sto dipende da come reagisco io, che come mi sento deriva da come io rimango preda delle mie emozioni anziché prendermi la responsabilità di averle alimentate, amplificate, non elaborate.

Ad esempio: là fuori c'è il Coronavirus che vedo come una minaccia quindi sento ansia, preoccupazione, paura, per me e per i miei cari.

La paura dentro di noi genera tentativi di controllo nell'illusione di poterla diminuire, nell'inganno auto creato di poterla sentire meno. Senza rendercene conto questi intenti di controllo si riverberano anche in altri aspetti della vita, non direttamente collegati al pericolo o al fatto che crediamo ci abbia attivato la paura. E così condizionano le relazioni e vincolano le scelte, perché ciò che si innesca insieme alla paura del momento sono le memorie emotive registrate in noi, collegate ai nostri vissuti, di cui possiamo essere consapevoli o meno.

Bisogna sapere che se c'è un imminente pericolo reale (per esempio un animale feroce di fronte a me) allora la paura è giustificata in quanto la paura "reale" è quella relativa ad un pericolo fisico incombente, davanti al quale la nostra fisiologia - circa 5 miliardi di anni di evoluzione della vita - è preposta a farci avere una reazione istantanea: o attacco o scappo.

Per quanto concerne le paure interne siamo ancora un'umanità giovane e spesso non sappiamo cosa fare, queste nascono da dinamiche interiori, dalla storia personale, dal non affrontato, dal non risolto interno. Se scappo da queste paure, se le evito, le rinforzo e divengono strumento per non affrontare altre cose di me, mi rendono manipolabile dall'esterno e manipolabile dalle stesse parti inconsapevoli e scisse che vivono al mio interno.

Se invece sto davanti alla paura che sento e le dico "ti accolgo, accetto di sentirti" e guardo cosa c'è dentro: soffro comunque ma per meno tempo ed evito di sottomettermi ad essa. Se ci sto di fronte e la affronto emotivamente ci saranno momenti in cui la paura crescerà, avrà dei picchi, poi strato dopo strato si abbasserà, in quanto elaborata ed espulsa dal mio sistema interno anziché alimentata e mantenuta. Spesso pur di non affrontare questi picchi si rimane nella paura cronica e la paura ci fa accettare cose inaccettabili, ci condiziona più di quanto non sappiamo, ci fa replicare automatismi e copioni inconsci.

Le paure si possono invece trasformare e superare:

  • evitando di evitarle quando si fanno sentire, evitando quindi di utilizzare strategie per cercare di bloccarle in quanto, in questo modo, continuano inevitabilmente ad agire dentro di me e manovrano le mie azioni
  • comprendendo da dove realmente nascono, cosa racchiudono al loro interno, quale contenuto emotivo hanno memorizzato e ripropongono, che messaggio evolutivo mi portano
  • astenendosi dal controllare le emozioni in quanto le emozioni non si controllano, si possono controllare invece i pensieri decidendo volontariamente a quali dare credito e a quali dire "non ti credo", "non mi fai bene"
  • imparando ad essere il mio contenitore emotivo, all'interno del quale le emozioni possono attivarsi senza per questo farmi portare completamente fuori asse o bloccarmi, educandomi a rimanere emotivamente radicato
  • chiedendo aiuto (quella forma di aiuto che non è fallo tu al mio posto ma è stammi vicino mentre io mi prendo la responsabilità di lavorare su di me)
  • cercando mentori che già vivono così, per imparare ad educarmi alla crescita personale continua e alla pratica della relazione con me stesso; per riconoscere ed esprimere i miei personali talenti così da manifestare la mia essenza e rispondere alla mia chiamata esistenziale; per sviluppare la capacità di amare me e l'altro, perché più lavoro sull'apertura del cuore e del sentire profondo e più abbasso la paura

Posso imparare a non identificarmi con la mia paura: ovvero non divento la mia paura e non sono la mia paura, prendo per mano il mio bambino interiore impaurito così che possa sentirsi visto e totalmente accolto. Così che la mia parte interna "piccola" possa sentirsi di fronte al mio Io Adulto che gli dice "Ti vedo. Ti tengo per mano". Il mio Io Adulto è di sostegno al mio bambino interiore? Se non è sempre così posso formarmi ad essere un adulto emotivamente radicato, che non rimane preda di ciò che sente, che non reprime le emozioni ma che le regge e le accoglie amorevolmente per elaborarle e ricollocarle.

Il mondo è sempre stato pericoloso ma diventa minaccioso in base alle nostre paure interne, alle nostre insicurezze interiori. L'evoluzione personale è l'arma più potente che si possa usare per modificare il mondo.

Peter Roche de Coppens, antropologo-sociologo-consigliere delle Nazioni Unite, ci mostra come tutte le tradizioni sacre e le antiche tradizioni sapienziali hanno usato, come simboli, avvenimenti esteriori per portare le persone a capire che cosa avveniva interiormente. Se ad esempio si prende alla lettera il termine Apocalisse questo significa la fine del mondo, Armageddon è così interpretato come la terza guerra mondiale. A livello simbolico, archetipale e anche a livello etimologico, Apocalisse significa la rivelazione di una verità nascosta, non è un avvenimento esteriore, è un avvenimento interiore. A livello esoterico Apocalisse significa l'apertura dell'inconscio e del sopra conscio, due porte che ci portano in altre dimensioni. Quindi non un fenomeno esteriore ma uno interiore che dobbiamo vivere tutti. Armageddon non è la terza guerra mondiale bensì, a livello analogico del microcosmo, è la guerra fra l'Io e il Sé. Tra la natura inferiore della persona e la sua natura superiore: il Sé o anima. A un certo punto dell'evoluzione personale ci si trova inevitabilmente tra queste due forze.

Se sviluppo uno sguardo amorevole verso di me e verso le mie emozioni, se riconosco e abbasso gli implacabili giudizi che il mio giudice interiore dedica a me stesso e alla mia storia: sviluppo amore, non solo come sentimento ma come stato di coscienza. L'amore genera senso di sicurezza e di coesione al proprio interno, conduce l'uomo ad evolvere verso livelli di percezione più alti e comprensivi.

Si esce dal condizionamento della paura facendo il passaggio dalla paura all'amore, ovvero uscendo da forme illusorie e rigide di controllo e sviluppando conoscenza e consapevolezza di sé.

"Sei un'espressione assolutamente unica della Creatività Universale, in un cosmo di miliardi di galassie e in una galassia di miliardi di stelle, sei una forma d'arte di Dio"

(Alex Gray - Worldspirit)


Dott. ssa Jessica Azzali, specialista in Facilitazione delle Relazioni intra famigliari, di coppia, Abilità parentali, Costellazioni familiari.

Bibliografia:

M. Scardovelli, Conoscenza e libertà, 2008 Liberodiscrivere Edizioni

P. Roche de Coppens, Iniziazione al terzio millennio, 1997 Editore Ist. Delle Motivazioni

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